Qual è il modo migliore per alimentare un Serpente in cattività? Quali sono il peso e le dimensoni ideali della preda? È meglio una prdeda viva, pre-uccisa o decongelata?
L’ALIMENTAZIONE DEL SERPENTE IN NATURA
Tutti i serpenti sono predatori, e in natura ogni specie di serpente ha abitudini di caccia e preferenze alimentari caratteristiche.
La maggior parte delle specie si nutre di vertebrati (soprattutto piccoli mammiferi).
Alcuni serpenti si nutrono invece esclusivamente di invertebrati come:
– insetti
– ragni
– lumache e chiocciole;
Molti serpenti arboricoli si alimentano per lo più di uccelli.
Diverse specie terricole includono nella loro dieta anche anfibi, sauri e persino altri serpenti più piccoli.
L’ALIMENTAZIONE DEL SERPENTE IN CATTIVITÀ
Cosa mangia un serpente domestico?
Fortunatamente la maggior parte dei serpenti più diffusi in cattività possono essere abituati senza grosse difficoltà ai roditori da pasto (in particolare topi, ratti, criceti, gerbilli).
I roditori da pasto rappresentano un alimento bilanciato e sicuro se allevati e nutriti in maniera corretta.
Alcuni serpenti di cattura potrebbero tuttavia risultare più “schizzinosi”, e richiedere quindi il passaggio a un regime alimentare basato su prede più simili a quelle di cui si nutrirebbero nel proprio habitat naturale.
I roditori (ma anche gli altri animali da pasto) sono abbastanza facili da reperire in commercio, sia tramite rivenditori specializzati o negozi di animali, sia sul web.
Peso della preda
Oltre al tipo di preda sarà opportuno valutare con attenzione la grandezza di quest’ultima. Un’ottima abitudine consiste nel pesare le prede somministrate ad ogni pasto, in maniera tale da essere certi di garantire al nostro serpete un’alimentazione adeguata alla sua taglia.
In linea di massima il pasto di un serpente (indipendentemente dall’età e dalle dimensioni) non dovrebbe mai superare il 20% del suo peso corporeo.
Per fare un esempio pratico: un boa di 1 Kg potrà essere nutrito con un ratto da 200 g, o eventualmente con due ratti da 100 g ciascuno.
Dimensioni della preda
Oltre al peso è utile valutarne accuratamente le misure: lo spessore della preda non dovrebbe essere superiore al diametro del corpo del serpente nel suo punto più largo, e la sua lunghezza non dovrebbe superare il doppio della lunghezza della testa del serpente.
Frequenza dei pasti
Ogni quanto mangia un serpente?
La frequenza dei pasti così come la dimensione delle prede varia in base all’età, alla specie e al momento fisiologico del serpente. Ai serpenti neonati si potranno offrire i cosiddetti “pinky” (topini appena nati ancora senza pelo di pochi giorni di vita).
Un giovane serpente in crescita avrà bisogno di non meno di un pinky ogni 2-4 giorni.
Un esemplare subadulto potrà essere alimentato con un topo più grande o un piccolo ratto a settimana.
Per i serpenti adulti sarà sufficiente un topo o un ratto (a seconda delle dimensioni) ogni 10-20 giorni.
Adeguarsi al ritmo di crescita del Serpente
Purtroppo non esiste una regola universale, e ogni serpente andrà gestito in maniera individuale, basandosi sul suo ritmo di crescita e sulla sua velocità di digestione.
Più il proprietario sarà attento nell’osservazione di questi fattori più l’animale crescerà forte e in salute. Non è mai consigliabile iperalimentare un rettile per avere un tasso di crescita più rapido; a lungo andare l’animale andrà incontro inevitabilmente a patologie metaboliche e obesità.
Tenere sotto controllo la defecazione
Prima della somministrazione di ogni pasto sarà opportuno accertarsi che il serpente abbia già defecato quello precedente, per scongiurare il rischio di pericolose costipazioni.
Alimenti vivi, Pre-uccisi o Decongelati?
Prede vive
Alimentare un serpente in cattività con prede vive è una pratica altamente sconsigliabile per svariati motivi, non per ultimi quelli di natura etica. Oltretutto un serpente nato e cresciuto in cattività potrebbe non avere l’istinto predatorio necessario a uccidere prontamente una preda viva.
In ogni caso anche i serpenti più aggressivi e in salute potrebbero essere feriti con graffi, morsi o beccate, riportando ferite da preda che potrebbero infettarsi facilmente e avere gravi ripercussioni.
La somministrazione di prede vive espone inoltre il serpente al rischio di trasmissione di parassitosi e/o malattie infettive. Sebbene in alcuni rari casi la somministrazione di prede vive si dimostri indispensabile (serpenti di cattura che stentano ad abituarsi alle prede decongelate, animali particolarmente “difficili” ecc.) questa pratica andrebbe sempre evitata fin quando possibile per i motivi sopracitati.
Prede “Pre-uccise”
Un’altra modalità di somministrazione delle prede è quella da “pre-uccise”, ovvero uccise subito prima di essere offerte al serpente. Questa strategia ha il vantaggio di conservare perfettamente intatte le proprietà nutrizionali e organolettiche della preda viva senza correre il rischio che il serpente venga ferito da essa; non preserva tuttavia l’animale da eventuali malattie infettive, per cui, a meno che non siate certi dell’assoluta sicurezza microbiologica della preda e dell’affidabilità del fornitore, questo metodo andrebbe comunque evitato.
Prede decongelate
Se volete nutrire il vostro serpente in modo del tutto sicuro e pratico, il consiglio che sentiamo di darvi è quello di somministrargli prede decongelate.

L’Autore dell’Articolo
Socio SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici).
Membro del comitato tecnico-scientifico del Museo della Fauna di Messina.

