Qual è il modo migliore di gestire un Geco Leopardino? Come bisogna alimentarlo e come possiamo allestire un terrario che vada incontro a tutte le sue esigenze.
La livrea esotica e la spiccata “personalità” del Geco Leopardino, legata alla caratteristica espressione “sorridente”, lo hanno reso particolarmente popolare tra gli appassionati di terrariofilia: di fatto insieme al Drago barbuto (Pogona vitticeps) il Geco Leopardino rientra tra i sauri più comunemente allevati come “pet” in Europa.
Dimensioni
Il Geco Leopardino (Eublepharis macularis) è un sauro di piccole dimensioni (generalmente 18-20 cm per gli esemplari di grandezza standard e 30-31 cm per gli esemplari “giganti”) appartenente alla famiglia Euplepharidae (l’unica famiglia di gechi provvista di palpebre mobili).
Origini
Il Geco Leopardino è originario delle regioni desertiche e semiaride del Medio Oriente, in particolare Pakistan e Afghanistan.
Un animale notturno
Il Geco Leopardino è un rettile dalle abitudini notturne, che ama trascorrere le ore più calde del giorno nascosto all’interno di crepe e insenature tra le rocce, dove il calore rilasciato da queste ultime e l’umidità gli garantiscono un microhabitat particolarmente confortevole per il riposo. È un provetto scavatore, per cui utilizza spesso come rifugi anche tane sotterranee. Durante la notte invece si sposta a caccia di insetti.
Come si scalda
Come quasi tutti i gechi, il Geco Leopardino è un rettile tigmotermo, cioè tende a sfruttare esclusivamente il calore del suolo e delle rocce su cui staziona per riscaldarsi. Si espone raramente alla luce solare diretta.
Temperatura
La temperatura corporea preferenziale del Geco Leopardino oscilla tra i 27 e i 30 °C. Anche per questo motivo la specie risulta facilmente osservabile nel suo habitat solo durante i mesi estivi, unico periodo in cui la temperatura nelle ore notturne risulta perfettamente compatibile con le loro attività.
Longevità
Il Geco Leopardino è anche un rettile molto longevo: la vita media degli esemplari in cattività ben gestiti e correttamente alimentati supera senza difficoltà i 10 anni, ma sono moltissimi gli esemplari che oltrepassano 20 anni di vita. Alcuni maschi (le femmine tendono ad avere una vita media molto più breve) arrivano addirittura a 30 anni.
Il Terrario
La salute e il benessere del nostro Geco Leopardino saranno strettamente legati alla corretta gestione del terrario in cui esso andrà a vivere. Quando si decide di allevare qualsiasi rettile non bisogna mai avere fretta e acquistare l’animale in maniera impulsiva: è di fondamentale importanza che il proprietario:
- Si informi adeguatamente e in maniera quanto più approfondita possibile sulle caratteristiche della specie e sulle sue necessità di base.
- Si procuri in anticipo tutto l’occorrente (terrario del giusto tipo e di dimensioni adeguate, lampade, tappetini, accessori).
- Allestisca il terrario in maniera ottimale accertandosi che tutto funzioni correttamente e i livelli di temperatura e umidità corrispondono a quelli desiderati.
Questo permetterà di prevenire situazioni spiacevoli e ci consentirà di evitare di esporre il nostro nuovo rettile ad attese più o meno lunghe in un ambiente provvisorio o peggio a stress causati da errori nella gestione dei parametri microclimatici. Queste regole costituiscono di fatto una trasposizione dei principi base dell’acquariofilia all’erpetocoltura (“Cage before reptile”) e valgono allo stesso modo per tutti i rettili domestici!
Il terrario dovrà essere sviluppato in orizzontale: Gechi Leopardini sono animali terricoli e quindi al contrario dei loro “cugini” tropicali non si arrampicano! Un’altra caratteristica peculiare della famiglia Eublepharidae è infatti l’assenza delle tipiche lamelle digitali che consentono agli altri gechi di far aderire le dita anche a superfici molto lisce. Non si arrampicheranno quindi sui vetri ma sfrutteranno solo lo spazio “calpestabile”.
Convivenza
Le dimensioni del terrario andranno scelte in base al numero di gechi che si vorranno tenere. Di fatto la convivenza tra più Gechi Leopardini all’interno di un unico terrario è possibile (in natura vivono in piccole colonie) ma dovranno necessariamente essere rispettate alcune regole di base:
- I maschi sono molto territoriali per cui in nessun caso più maschi possono essere stabulati nello stesso terrario poiché sicuramente combatterebbero.
- È possibile stabulare due o più femmine insieme purché di età e dimensioni simili.
- È possibile stabulare insieme una coppia o un gruppo misto purché sia presente sempre un unico maschio.
Va da sé che, a meno che l’interesse non sia quello di far riprodurre i nostri esemplari, non sarà consigliabile stabulare un maschio sessualmente maturo insieme a una o più femmine. Ricordiamo inoltre che nonostante l’abitudine di raggrupparsi in colonie il Geco Leopardino non è un animale propriamente “gregario” e non soffre in alcun modo la solitudine, motivo per cui l’allevamento di esemplari singoli non ha alcuna incidenza negativa sul benessere psico-fisico.
Dimensioni del terrario
Per un singolo esemplare andrà benissimo un terrario delle dimensioni di 65x45x45 cm. Per una coppia sarebbe opportuno procurarsene uno di almeno 80x45x45 cm. Ovviamente maggiore è lo spazio a disposizione più ne beneficerà il benessere del Geco. Ad oggi è possibile trovare sul mercato un’infinità di modelli che differiscono per dimensioni caratteristiche tecniche e materiali di costruzione. Molti tra i terrari commercializzati per rettili di piccole-medie dimensioni sono costituiti da 3 o addirittura 4 pareti in vetro (tipo acquario). Terrari di questo tipo sebbene spesso maggiormente apprezzabili dal punto di vista estetico rendono molto più difficile la gestione dei gradienti termici e il mantenimento di una temperatura adeguata all’interno in quanto il vetro non garantisce una coibentazione sufficiente (specialmente d’inverno!). Motivo per cui l’utilizzo di questo genere di terrari ha senso solo quando questi vengono collocati all’interno di apposite “reptiles room” ovvero stanze a temperatura controllata dedicate appositamente all’allevamento di rettili.
Posizione del terrrario
Per il benessere dell’esemplare (o degli esemplari) che ospiterà, il terrario andrebbe collocato in una stanza tranquilla, priva di rumori fastidiosi come quelli di TV o stereo.
La cucina è il luogo più sconsigliato per via dei continui sbalzi termici, le esalazioni di forno e fornelli, detergenti spray ecc. È inoltre importante che il punto in cui il terrario viene collocato non sia esposto alla luce solare diretta che penetra attraverso porte o finestre: il vetro potrebbe trattenere il calore causando un pericoloso surriscaldamento dell’ambiente interno per effetto serra.
Circolazione dell’aria
Altra cosa a cui prestare particolare attenzione sarà la circolazione dell’aria all’interno del terrario. Un cattivo ricircolo potrebbe portare a un ristagno dell’anidride carbonica con potenziali gravi ripercussioni sull’apparato respiratorio dei Gechi. Dovrebbero essere quindi presenti prese d’aria in numero congruo alla capacità del terrario e posizionate in maniera adeguata.
Dal momento che l’aria calda e carica di umidità tende a salire verso l’alto e l’anidride carbonica (più pesante dell’aria) tende a ristagnare nella parte più bassa, l’ideale sarebbe disporre sia di griglie di entrata (posizionate nella parte bassa delle pareti vicino alla zona fredda) che di griglie di uscita (posizionate sulla parte alta delle pareti vicino alla zona calda). L’aria calda e umida potrà uscire anche dal tetto del terrario se questo è costituito da rete o provvisto di aperture.
Attenzione però: un tetto troppo “aperto”, potrebbe rendere molto difficile gestire correttamente i gradienti termici. In qualunque caso non dovrebbero mai osservarsi accumuli di condensa sulle pareti che sono da considerarsi indice di una gestione totalmente scorretta dell’umidità e della ventilazione.
Substrato
Altrettanto importante sarà la scelta del substrato.
Esistono molti tipi di substrati che possono andar bene per un Geco Leopardino. Il più semplice e pratico è senza ombra di dubbio la carta assorbente o di giornale perché è facile da reperire e semplifica notevolmente le operazioni di pulizia del terrario. È tuttavia poco apprezzabile dal punto di vista estetico.
In alternativa possono essere usati tappetini di erba sintetica, più belli a vedersi e molto pratici perché facili da cambiare e da pulire; l’unico inconveniente nell’utilizzo dei tappetini di questo tipo possono essere i fili di cucitura che con l’usura possono allentarsi o staccarsi, diventando un rischio per le zampe e le dita del nostro geco che potrebbero finire per rimanere impigliate con gravi conseguenze.
Un’altra accortezza che si dovrà adottare nel caso in cui si utilizzino la carta o i tappetini è verificare che gli insetti da pasto somministrati non vadano a nascondersi sotto questi substrati. Inoltre, per quanto pratici questi materiali non consentono al Geco Leopardino di scavare, attività che essi amano. I substrati “scavabili” saranno sicuramente molto più apprezzati dal nostro animale. Per animali molto giovani (i cosiddetti babies, sotto i 50g di peso) e per quelli malati o in quarantena è meglio utilizzare solo ed esclusivamente carta assorbente.
Substrati “scavabili”
Tra i substrati scavabili migliori possiamo utilizzare pellet di carta riciclata, fibra di cocco asciutta, sabbia o terra per rettili, o eventualmente un misto delle due (si raccomanda di utilizzare sempre e solo prodotti venduti appositamente come substrato per terrari e non utilizzare terra o sabbia raccolte all’aperto in quanto potrebbero veicolare patogeni molto pericolosi). Questo tipo di substrati renderà un po’ più impegnative le operazioni di pulizia ma avrà un maggiore valore estetico e soprattutto renderà sicuramente il terrario molto più accogliente per il nostro Geco Leopardino.
Se si utilizzano sabbia o terra è molto importante che queste abbiano una granulometria più fine possibile. Durante la caccia agli insetti da pasto è quasi inevitabile che il Geco ingerisca piccole quantità di substrato, il che però non costituisce un grosso inconveniente fintanto che le particelle ingerite non sono troppo grossolane: è una cosa che si verifica anche in natura, e l’apparato digerente di questi animali è quindi predisposto a far transitare senza troppe difficoltà piccole quantità di sabbia o terra fine. Al contrario particelle più grosse possono causare blocchi intestinali pericolosi.
Un substrato particolarmente controindicato è la classica sabbia bianca di carbonato di calcio molto facile da reperire nei negozi specializzati. Nel loro habitat naturale i gechi ingeriscono spesso anche volontariamente piccole quantità di sabbia come fonte di calcio. È vero che la sabbia di calcio comunemente venduta è digeribile al 100%, ma viene digerita molto lentamente dai rettili e tende a rallentare il transito intestinale in misura direttamente proporzionale alla quantità ingerita. Un geco con carenze anche lievi di calcio potrebbe quindi ingerirne quantità non indifferenti che lo esporrebbero verosimilmente a un alto rischio di impaccamento da sabbia, condizione in cui l’intestino riempito di sabbia risulta talmente sovraccaricato e stipato da non riuscire più a contrarsi.
Sono assolutamente da evitare i seguenti tipi di substrati:
- Pellet di alfalfa
- Tutolo di mais
- Corteccia
- Chips di cocco
- Fibra di cocco umida o altri substrati umidi
- Sabbia di calcio
- Terra o sabbia raccolte all’aperto
Pulizia
Indipendentemente dal tipo di substrato utilizzato è sempre importante che il terrario venga mantenuto pulito. Le deiezioni andrebbero allontanate il prima possibile (operazione abbastanza semplice nel caso dei Gechi visto che le feci e gli urati sono secchi e compatti, molto facili da individuare e da raccogliere). I Gechi Leopardini manifestano tra l’altro un comportamento peculiare che consiste nel scegliere un posto ben preciso per il deposito delle deiezioni (“Defecatorium”). Se durante le operazioni di pulizia si ha quindi l’accortezza di non rimuovere sempre tutti i pellet fecali ma di lasciarne giusto un paio questo consentirà al nostro Geco di continuare a riconoscere il luogo da lui scelto come Defecatorium e quindi esso sporcherà solamente in quel punto, cosa che renderà verosimilmente le operazioni di pulizia ancora più facili.
Illuminazione e fotoperiodo
Come detto in precedenza i Gechi Leopardini sono animali notturni quindi, a differenza di molti altri rettili, non necessitano di fare basking, cioè di esporsi a lungo alla luce solare diretta per riscaldarsi e sfruttare i raggi UV. Ciò tuttavia non vuol dire che non beneficino affatto dell’irraggiamento solare, anzi: molti Gechi sono stati osservati mentre si esponevano alla debole luce del tramonto o dell’alba o in alcuni casi, mentre lasciavano volontariamente sporgere la coda o una zampa fuori dalla tana durante il riposo diurno. Questi comportamenti denotano una tendenza a sfruttare gli effetti benefici della luce solare, se pur in minima parte rispetto ai rettili prettamente diurni. Si è visto infatti che gechi stabulati all’interno di terrari provvisti di lampade a bassa percentuale di emissione di UVB (non superiore al 2%) risultavano più attivi, più fertili e più resistenti alle malattie rispetto a quelli stabulati in terrari completamente privi di fonti UVB. Ciò lascia intendere come anche questi animali possano trarre giovamento da brevi esposizioni ai raggi UVB.
In sintesi: per chi alleva un Geco Leopardino domestico le lampade UVB non sono indispensabili ma il loro utilizzo è raccomandato. Ricordiamo che perché l’irraggiamento UVB sia efficace la lampada dovrà essere posizionata a una distanza non superiore a 30 cm dalla superficie di basking.
Per fotoperiodo intendiamo il numero di ore di luce al quale l’animale viene esposto. Per i Gechi Leopardini questo non dovrebbe mai essere inferiore a 10 ore al giorno. Per garantire un fotoperiodo più regolare possibile l’ideale è collegare gli elementi di illuminazione (lampade normali e a UVB) a un temporizzatore che ne gestisca l’accensione e lo spegnimento a orari ben precisi.
Temperatura del terrario
Per quanto riguarda il riscaldamento del terrario, come detto in precedenza, i Gechi Leopardini sono tigmotermi, per cui i sistemi di riscaldamento che forniscono calore dal basso come tappetini e cavetti radianti risultano maggiormente indicati. Ciò nonostante moltissimi allevatori scelgono di ricorrere a lampade riscaldanti come quelle a raggi infrarossi, ottenendo comunque ottimi risultati. L’utilizzo di lampade riscaldanti non è in alcun modo controindicato e soprattutto potrebbe rendersi necessario qualora i soli tappetini non siano sufficienti al mantenimento della temperatura entro i range ottimali.
Serpentine e cavetti radianti rappresentano un sistema analogo ai tappetini ma sono meno facili da gestire perché la quantità di calore “somministrata” può variare anche di molto in base al numero e la disposizione delle spire sotto il terrario (con il rischio di riscaldare troppo la superficie esponendo gli animali all’interno al rischio di pericolose ustioni!).
Per quanto riguarda i tappetini, il loro posizionamento andrà valutato accuratamente in quanto non dovranno riscaldare uniformemente tutto il pavimento della teca ma solo 1/3 di esso. Fortunatamente esiste in commercio una vasta gamma tappetini di ogni forma e dimensione. È opportuno che il tappetino utilizzato sia collegato a un termostato o quanto meno che sia provvisto di uno incorporato. Il termostato consentirà di regolare con precisione la temperatura che si desidera ottenere. Quando la temperatura misurata raggiungerà i valori preposti esso si spegnerà automaticamente e si riaccenderà quando la superficie ricomincia a raffreddarsi.
Indipendentemente dal tipo di fonte di calore è importante che la temperatura dell’ambiente interno venga accuratamente monitorata, e che non sia uniforme in tutto il terrario. Per il monitoraggio sarà necessario utilizzare un termometro equipaggiato con almeno due diverse sonde da collocare agli estremi opposti in maniera tale da conoscere con precisione la temperatura della zona più calda, che non dovrebbe superare i 30-31 °C di giorno per abbassarsi fino a un minimo di 26 °C di notte, e di quella più fredda, che dovrebbe rimanere intorno ai 24 °C con un minimo di 22 °C durante le ore notturne.
In alternativa alle sonde termometriche è possibile anche utilizzare altri mezzi di rilevamento come le pistole a raggi infrarossi che rileveranno la temperatura del punto verso cui vengono direzionate.
Acqua e umidità
Pur essendo rettili deserticoli i Gechi Leopardini necessitano di adeguati livelli di umidità soprattutto per rimanere idratati e favorire il distacco della pelle morta al momento della muta. Una ciotola d’acqua pulita e a temperatura ambiente dovrebbe essere inserita nel terrario tutti i giorni per circa 4-5 ore (preferibilmente la mattina in maniera tale che eventuale acqua sparsa in giro abbia tutta la giornata per asciugarsi), e lasciata a disposizione in maniera permanente durante la bruma poiché gli animali potrebbero aver bisogno di bere. È importante che la ciotola utilizzata sia a prova di annegamento.
Sarà inoltre necessario nebulizzare l’ambiente interno un paio di volte a settimana con acqua tiepida per evitare che l’aria all’interno diventi troppo secca, cosa che potrebbe portare a una disidratazione delle mucose nasali e congiuntivali dei gechi con conseguenti irritazioni.
Attenzione a non esagerare troppo con le nebulizzazioni poiché viceversa un’umidità eccessiva e un substrato troppo imbevuto trasformerebbero in breve tempo il terrario in un focolaio di batteri, molti dei quali pericolosi per la cute del nostro rettile.
Accessori
Data l’indole schiva e le abitudini notturne del Geco Leopardino i principali accessori che non devono mai mancare all’interno del terrario sono le tane, ovvero dei piccoli nascondigli dove esso possa rifugiarsi quando si sente minacciato o semplicemente riposare in tranquillità.
Dovranno essere predisposte almeno due tane, una nella zona calda del terrario, la cosiddetta “tana calda”, l’altra nella zona fredda che rappresenterà la cosiddetta “tana umida” o “tana da muta” (“Shedding box” in inglese). L’ideale sarebbe predisporre anche più tane o nascondigli in diversi punti del terrario. In commercio ne esistono di ogni tipo forma e dimensione, ma possono anche essere realizzate a partire da materiali naturali (corteccia, legno secco, rocce, noci di cocco svuotate ecc.) purché preventivamente disinfettati in maniera adeguata.
La tana umida ha la funzione di fornire all’animale un ambiente in cui l’umidità relativa rimanga più alta rispetto al resto del terrario, dove esso possa recarsi per favorire il distacco della vecchia pelle durante la muta. All’interno della tana umida andrà predisposto un substrato idoneo a mantenere livelli di umidità adeguati. Il più utilizzato è la vermiculite, molto facile da reperire nei negozi specializzati poiché rappresenta anche uno dei substrati più utilizzati per l’incubazione delle uova.
La Bruma
In natura i Gechi Leopardini risultano attivi solo durante i mesi più caldi dell’anno (dalla fine della primavera fino a tarda estate). Nei mesi freddi invece (generalmente da ottobre-novembre fino a febbraio-marzo) brumano, cioè effettuano la brumazione, una forma di ibernazione tipica dei rettili durante la quale le funzioni fisiologiche vengono rallentate fino quasi ad arrestarsi e l’organismo entra in uno stato di stand-by metabolico consumando le riserve energetiche accumulate durante i mesi caldi. La caratteristica coda tozza di questi gechi gioca un ruolo fondamentale in questo processo poiché costituisce un vero e proprio organo di accumulo deputato all’immagazzinamento di lipidi e acqua. Questa specializzazione gli consente di resistere molto meglio degli altri rettili a condizioni estreme di carenza di cibo e acqua.
Il periodo della Bruma costituisce una fase molto importante della vita del Geco Leopardino. Sarà indispensabile dare al nostro Geco la possibilità di espletare questo comportamento naturale per garantirgli un buon livello di benessere psico-fisico e un’alta qualità di vita. È dimostrato infatti che i gechi che effettuano regolarmente la brumazione hanno delle difese immunitarie più forti, risultano più fertili e soprattutto vivono più a lungo.
Vivendo all’interno del terrario il nostro geco non sarà in grado di percepire le variazioni ambientali esterne, per cui sarà necessario indurre artificialmente la bruma abbassando gradualmente le temperature dell’ambiente interno (l’utilizzo di un termostato renderà molto più semplici queste operazioni). Attenzione però! Prima di predisporre tutto per la brumazione bisognerà essere certi che il nostro esemplare sia in perfetta salute e che non sia sottopeso. È strettamente consigliabile portare il Geco dal veterinario per un controllo pre-brumazione (esattamente come si fa per il letargo delle tartarughe).
Condizione indispensabile per la bruma è che l’apparato digerente del rettile sia completamente vuoto; quando un geco bruma, il suo metabolismo rallenta notevolmente e il suo apparato gastroenterico pian piano si ferma, per cui eventuali pasti indigeriti o residui di materiale alimentare finirebbero per rimanere bloccati all’interno andando incontro a fermentazioni anomale e putrefazione. Per scongiurare questa eventualità sarà opportuno far digiunare il nostro Geco per almeno una settimana, sottoponendolo contemporaneamente a bagnetti in acqua tiepida per 10-15 minuti al giorno. Questo favorirà la defecazione e quindi il completo svuotamento dell’intestino.
Fatto ciò si potrà cominciare ad abbassare la temperatura all’interno del terrario. La tecnica maggiormente utilizzata è quella di ridurla di 1 °C al giorno fino ad arrivare a una temperatura stabile sui 17-18°C durante il giorno e 15-16 °C durante la notte. Raggiunta la temperatura target verranno spente le luci. Sarebbe consigliabile anche spostare il terrario in un ambiente tranquillo. Alla fine del periodo di bruma riaccenderemo le luci e inizieremo ad alzare progressivamente la temperatura con lo stesso ritmo utilizzato nella fase di raffreddamento e quando il nostro geco sarà “sveglio” gli offriremo da mangiare. È importante che anche la frequenza dei pasti sia gestita con attenzione in maniera tale da dare all’apparato gastro-enterico del geco di riattivarsi e di raggiungere pian piano il suo normale grado livello di attività.
Non bisogna mai sovraccaricare un rettile appena uscito dalla bruma. Si potrà iniziare con un solo insetto per pasto (preferibilmente scelto tra quelli meno chitinosi, come ad esempio camole o grilli giovani) alimentando il geco a giorni alterni per la prima settimana post-bruma. Effettuare anche in questa fase bagnetti in acqua tiepida è un ottimo metodo per garantire al geco un adeguato livello di idratazione e per prevenire eventuali blocchi.
Alimentazione
Il Geco Leopardino è un rettile esclusivamente insettivoro nonché un abilissimo predatore. In natura questi rettili cacciano esclusivamente di notte, motivo per cui gli insetti da pasto andranno somministrati la sera e non durante il giorno, quando il Geco riposerà.
Gli insetti da pasto con cui questi gechi vengono più comunemente alimentati sono:
- Locuste
- Blatte
- Grilli
- Bachi da seta
- Camole della farina
- Camole del miele
- Caimani
Nessuno di questi insetti costituisce da solo un alimento completo per cui sarà necessario fornire una dieta più varia possibile per accertarsi di coprire tutti i fabbisogni nutrizionali. Tutti gli insetti che costituiscono la dieta del Geco Leopardino sono facilmente reperibili in commercio, sia nei negozi specializzati che online; possono anche essere allevati con relativa facilità (con la sola eccezione dei caimani e dei bachi da seta). Non andranno in nessun caso somministrati insetti catturati all’aperto, che potrebbero veicolare batteri o parassiti pericolosi.
I grilli sono sicuramente gli animali più utilizzati, ma come detto in precedenza non potranno costituire una l’esclusiva di alimento del nostro geco. Le camole del miele e della farina sono molto nutrienti ma anche molto grasse per cui dovranno essere somministrate con moderazione, e alcuni gechi potrebbero trovarle “poco interessanti” e rifiutarsi di mangiarle a causa dell’abitudine istintiva di nutrirsi di prede che corrono saltano. Eventuali insetti rimasti “non mangiati” dovrebbero sempre essere recuperati a distanza di qualche ora da pasto. Anche blatte e locuste sono ottimi insetti da pasto, molto apprezzati dai gechi e soprattutto risultano ideali per aumentare la variabilità della dieta.
La frequenza dei pasti e il numero di insetti somministrati ad ogni pasto saranno differenti a seconda dell’età e del “momento fisiologico” del nostro Geco. Di norma i babies (sotto i 6 mesi di età) vengono alimentati tutte le sere (è buona prassi effettuare comunque almeno un giorno di digiuno a settimana per ripulire l’apparato gastro-enterico), mentre gli esemplari sub-adulti (tra i 6 e i 15 mesi) possono essere alimentati a giorni alterni. Un geco adulto (sopra i 15 mesi di età) potrà essere alimentato una volta ogni 2 giorni (tre volte a settimana).
Per quanto riguarda le integrazioni mineral-vitaminiche, dal momento che gli insetti da pasto hanno un contenuto in calcio scarso o nullo, sarà opportuno spolverarli sempre con calcio in polvere prima di somministrarli. Almeno una volta a settimana insieme al calcio bisognerà utilizzare un integratore multivitaminico di buona qualità che contenga vitamina D3. Ricordiamo comunque che i Gechi Leopardini sono in grado sia di assorbire la vitamina D3 da fonti alimentari, sia di sintetizzarla a livello cutaneo sfruttando i raggi UVB. Pertanto gli esemplari allevati in terrari forniti di lampade UVB non hanno una stretta necessità di ricevere un’integrazione di vitamina D3 dal momento che avranno la possibilità di sintetizzarla
Una ciotola contenente polvere di calcio carbonato dovrebbe sempre essere lasciata a disposizione all’interno del terrario.

L’Autore dell’Articolo
Socio SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici).
Membro del comitato tecnico-scientifico del Museo della Fauna di Messina.

